La tecnica della micropigmentazione per la correzione di difetti della pelle a seguito di eventi traumatici come incidenti, interventi o come semplice correzione di inestetismi che causano un senso di disagio nella donna, è oggi riconosciuta come Tatuaggio Medicale.
Annarita Minutaglio di ARTèVISO (BO), professionista che lavora da moltissimi anni nel settore dell’estetica, affronta in questo articolo la ricostruzione dell’areola mammaria in donne che hanno subito interventi chirurgici al seno.
La micropigmentazione dell’areola mammaria, o del complesso areola-capezzolo, a seguito di intervento di asportazione e ricostruzione è una tecnica di tatuaggio e una pratica correttiva molto importante che esige moltissima attenzione e scrupolosità da parte di chi la svolge. È infatti necessario avere un forte senso delle proporzioni e della cromia, tecnica e creatività, sensibilità ed empatia, per entrare in simbiosi con la cliente e creare un rapporto di fiducia e serenità.
Di fondamentale importanza anche la conoscenza dei pigmenti utilizzati. Essi devono rispettare le normative ResAP 2003-2008, la legge sui prodotti cosmetici 76/768/CEE, e riportare il marchio CE (Comunità Europea), da non confondere con quello simile CE che, invece, sta a identificare prodotti China Export. I Pigmenti idonei sono di tipo bioassorbibile, cioè con il tempo vengono eliminati naturalmente dall’organismo senza danni. Sono studiati per essere inseriti nella cute senza rischi di allergia né di possibili rischi legati al viraggio di colore nel tempo.
La tecnica della micropigmentazione per l’areola mammaria si sta diffondendo solo in questi ultimi anni in Italia perché non è prevista dal tariffario del nostro S.S.N. e, in assenza di organismo formativo approvato, per la mancanza di una normativa che ne garantisca lo svolgimento da parte di professionisti nella micro pigmentazione.
La Micropigmentazione Paramedicale va oltre il classico tatuaggio e per effettuarla è necessario avere alle spalle un’adeguata preparazione teorico-tecnica e frequentare corsi preparatori all’attività. È consigliabile aver lavorato svariati anni nell’ambito paramedicale, su diversi casi e sempre con l’assistenza del medico oncologo e del chirurgo plastico.
Su scala Europea secondo le statistiche, il tumore della mammella purtroppo è fra i primi posti. Tante donne subiscono un intervento chirurgico di mastectomia e di ricostruzione immediata. Attualmente l’areola, in diverse strutture ospedaliere e cliniche private, viene ricostruita con un intervento in anestesia locale attraverso il prelievo di cute rosea dall’inguine o dalle grandi labbra per la simulazione della parte asportata. Un’alternativa a questa tecnica di ricostruzione, più invasiva e otticamente spartana (risultati finali antiestetici specie se si tratta di asportazione monolaterale e l’areola dovrebbe essere uguale a quella sana), è la micropigmentazione ricostruttiva. Essa permette di ottenere un ottimo risultato estetico e senza dolore. Il capezzolo, invece, viene ricostruito chirurgicamente con varie tecniche (torsione, tecnica a spicchio, lipofilling) trascorso un determinato lasso di tempo dall’operazione e non in tutte le strutture ospedaliere.
E’ altresì possibile trattare pazienti in cura nei reparti di oncologia, durante lo svolgimento di chemioterapie, qualora vengano somministrati farmaci che lo consentano senza alterare il risultato della colorazione cutanea. E’, invece, sconsigliato trattare le zone se la paziente si sottopone a radioterapia.
La buona riuscita del lavoro dell’operatore aiuterà la cliente a ritrovare la fiducia in se stessa e a migliorare il suo rapporto con la famiglia e l’ambiente circostante.